Intervista a Lisa Lozza -Technical Area Leader Data Science
THE Ò-BLOG
Il mio team? So sempre che ci riusciranno!
14 Ottobre 2022
Tempo di lettura: 5 minuti
Lisa Lozza, classe 1993, laureata in Ingegneria Matematica, lavora in Oròbix da sette anni, da quando ci ha scelti per il suo tirocinio formativo.
Oggi è responsabile di un team di sedici persone impegnate ogni giorno a sviluppare e mettere in campo progetti di intelligenza artificiale per diversi settori, tra cui manifatturiero e medicale.
"Per caso mi è capitata la possibilità di fare sei mesi di tirocinio in Oròbix. Era il 2015. Lì ho capito cosa fare per la mia magistrale: Statistica applicata + AI e Deep Learning. Ho lavorato qui part-time per tutta la durata dell’Università e questo mi ha sicuramente aiutato a comprendere la grande concretezza di un progetto di AI."
Cosa rappresenta oggi l’intelligenza artificiale per te?
L’AI è una grande sfida per le imprese e la società e una straordinaria possibilità di superamento dei limiti.
Può avere diversi tipi di impatto: nell’ambito Life Science dove può dare un’importante spinta alla ricerca, ovviamente, ma anche nel manifatturiero dove i risultati sono addirittura più veloci, garantendo ottime performance per il business.
In ogni caso ciò che più mi interessa è il miglioramento della qualità di vita e di lavoro delle persone che lo sviluppo di progetti di intelligenza artificiale può portare.
Ci fai un esempio?
Per un cliente abbiamo lavorato sul controllo qualità nella produzione di componenti in vetro.
Fino alla messa in opera delle nostre soluzioni, tale attività era completamente affidata alle donne – molto competenti e precise – che si trovavano ogni giorno a svolgere un lavoro meticoloso e anche faticoso (soprattutto per la schiena e la vista) nella movimentazione di questi oggetti pesanti.
Con il progetto svolto, ora questo lavoro è completamente automatizzato, salvaguardando le persone dal lavoro fisico e coinvolgendole in altre attività di maggior valore.
Non avremmo potuto raggiungere tale obiettivo senza la preziosa collaborazione di queste donne e degli altri dipendenti dell’azienda.
Un semplice esempio che rende concreto uno dei punti del nostro Manifesto: “WE BELIEVE that AI is a tool humans can leverage to foster life, work, wealth and individual progress. WE CODE for people, not for machines.”
Quindi l’AI non ruberà il lavoro agli esseri umani?
[Sorride e scuote la testa]
No. Innanzitutto perché da sola non è poi così intelligente! L’intelligenza artificiale non riesce a far tutto, c’è dietro tantissimo lavoro umano. Ci siamo noi, che insieme alle aziende e alle sue persone, costruiamo i modelli, li monitoriamo e li miglioriamo nel tempo.
E prima di questo facciamo un attento lavoro di ascolto per comprendere le esigenze e sostenere le imprese che si affidano a noi. I risultati arrivano anche grazie ad una buona comunicazione tra le parti e la collaborazione di ognuno. Credo, piuttosto, che tutto questo nobiliti le persone.
Un lavoro di squadra fondamentale dunque. Che caratteristiche hanno i data scientist del tuo team?
[ci pensa un attimo]
Innanzitutto, siamo caparbi! Si può dire?
Non ci arrendiamo se le cose non funzionano al primo colpo. Sappiamo cadere e sappiamo soprattutto rialzarci. Impariamo sempre dai nostri errori.
Con i dati bisogna insistere, perseverare, non accontentarsi di un risultato parziale ma continuare a provare. Credo che questo abbia a che fare con la resilienza: i data scientist sanno bene cos’è.
[gli occhi di Lisa si riempiono di orgoglio]
All’inizio nel team eravamo in tre. Avevamo formazione e background molto diversi ma potevamo condividere dubbi e incertezze e abbiamo avuto la fortuna di poter studiare e migliorare insieme.
Ciò che davvero ci univa era la volontà di non arrenderci, la consapevolezza che le tecnologie non funzionano subito e vanno seguite e allenate con pazienza e caparbietà, cercando di fare sempre un passo in più.
Qual è il vostro punto di forza?
Il Team Data Science è cresciuto molto negli ultimi anni ma, nonostante i recenti avvenimenti legati alla pandemia di Covid-19, continuiamo a essere un team unito – anche grazie al tempo di qualche aperitivo e alle occasioni formative condivise – abbiamo imparato a chiedere aiuto, a fidarci l’uno dell’altra, a stimolarci continuamente per imparare cose nuove.
Anche se spesso lavoriamo da luoghi diversi – Oròbix ha tre sedi (Bergamo, Brescia e Rovereto) – e quasi la metà del nostro tempo è dedicata al lavoro da remoto, cerco di creare periodicamente occasioni per confrontarci sui lavori che stiamo sviluppando, tenerci allineati sulle ultime novità tecnologiche del nostro settore e sostenerci quando i task sono molto complessi e qualcuno accusa un po’ di fatica.
Ma io so sempre che ce la faranno!
Quest’estate siamo stati alla Pycon IT. Trascorrere qualche giorno insieme studiando e parlando delle cose che amiamo, condividendo il viaggio, le cene, le serate, ha rafforzato il nostro legame e la nostra capacità di comunicare efficacemente. Questo si ripercuote indubbiamente sulla qualità del nostro lavoro.
Per queste ragioni sono convinta che le prime competenze da cercare in un aspirante Data Scientist siano passione e apertura mentale. Senza queste, al primo intoppo ti arrendi anziché perseverare. L’AI ci insegna proprio a tener duro e in Oròbix siamo decisamente tenaci!
Oltre al team, cosa ti lega a Oròbix?
La possibilità di fare progetti in ambiti diversi (manifatturiero, automotive, farmaceutico, agroalimentare ecc.) e che ti fanno tenere i piedi per terra.
Mi piace l’applicazione concreta delle soluzioni di AI e come queste incidano davvero sulla qualità della produzione e sul lavoro nelle aziende e mi piace vedere la soddisfazione dei nostri clienti e dei ragazzi e delle ragazze del team quando raggiungono un risultato o risolvono un problema.
Sai, noi siamo giovani e non abbiamo ancora trovato il nostro posto nel mondo, ma qui è un po’ come stare in famiglia: possiamo contare su un effettivo lavoro di squadra, su una comunicazione schietta e orientata alla risoluzione dei problemi e sulla voglia di tutti di far sempre meglio.
L’AI aiuta le persone, eleva il lavoro umano e genera benessere condiviso. Come si fa a non aver voglia di lavorare in questo campo?